‘La bellezza non è inerente al gioco come tale, eppure esso ha una tendenza ad unirsi a svariati elementi di questa. Alle forme più primitive del gioco si uniscono fin dall’inizio la gentilezza e la grazia. La bellezza del corpo umano in movimento trova la sua massima espressione nel gioco. Nelle sue forme più evolute il gioco è intessuto di ritmo e d’armonia, le doti più nobili della facoltà percettiva estetica che siano date all’uomo. I vincoli tra gioco e bellezza sono molteplici e saldi’ (J. Huizinga, HOMO LUDENS, Giulio Einaudi Editore, 1949, Torino, p. 10).
Nella lettura ‘L’antico gioco degli astragali’ (https://www.labellarivoluzione.it/2020/04/07/lantico-gioco-degli-astragali/), ho fatto riferimento alle rappresentazioni iconografiche del gioco, e intendo fornire alcuni esempi di queste bellissime interpretazioni scultoree o pittoriche.
Il primo esempio è il gruppo fittile del British Museum di Londra [Fig. 1] che per i caratteri stilistici viene fatto risalire all’epoca tardo-classica e precisamente all’ultimo quarto del IV secolo a.C. .
Fig. 1, Giocatrici di astragali, British Museum,Londra
L’opera rappresenta due donne accovacciate, poste l’una di fronte all’altra, durante lo svolgimento di una partita ad astragali. Con molta probabilità si tratta del gioco della pleistobolinda: attraverso il lancio di quattro astragali, si doveva ottenere il risultato più alto sommando i diversi valori. Le combinazioni numeriche ottenibili erano 35, e questo consentiva ad ognuna di esse di assumere un valore autonomo, oltre a quello dato dalla somma vera e propria. Presumibilmente anche la caduta a terra dell’astragalo su un lato o su un altro rappresentava un ulteriore elemento di difficoltà attraverso cui poter incrementare punti.
Entrambe le figure di questa delicata scultura, tengono degli astragali nella mano sinistra; la fanciulla di sinistra sembra che abbia appena lanciato i propri ossicini, dal momento che presenta il braccio destro allungato verso il pavimento, mentre l’altra, con la mano destra sollevata, pare che sia in procinto di effettuare il proprio tiro.
La giovane donna di sinistra porta i capelli sciolti sulle spalle e trattenuti sulla testa da una specie di diadema; anche l’altra ha un diadema ma i capelli sono raccolti e fuoriescono soltanto dei sinuosi riccioli sulla fronte. Entrambe indossano un chitone, il tipico abito greco, ed hanno le orecchie ornate da vistosi orecchini.
I movimenti e le posizioni delle due figure creano un deciso equilibrio plastico e formale regalando all’opera un’intensa armonia estetica.
Purtroppo non se ne può stabilirne l’esatta provenienza, e questo induce a supporre che possa essersi trattato di un’opera dedicatoria per un luogo di culto, oppure di un dono funerario per una giovane donna. In quest’ultimo caso sarebbe estremamente significativa la scelta del tema del gioco da dover interpretare come una sorta di metafora della vita e della morte, in cui la sorte (fato, destino…) regola e dirige qualunque cosa.
Questo documento scultoreo rappresenta l’unico gruppo plastico intatto in cui siano raffigurati dei giocatori di astragali.
Lucia Borri